Come pioggia su di me - Un infinito istante di noi - Voglio che sia per sempre by Brittainy C. Cherry

Come pioggia su di me - Un infinito istante di noi - Voglio che sia per sempre by Brittainy C. Cherry

autore:Brittainy C. Cherry [Cherry, Brittainy C.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2021-02-14T23:00:00+00:00


Io: notte insieme?

Eleanor: come sempre.

Mi diressi a casa di mia cugina, che rimaneva il mio approdo sicuro quando mio padre superava il limite. Ogni volta che andavo lì a passare la notte, per mio zio e mia zia era un chiaro segno che papà l’aveva fatta grossa.

Zia Paige venne ad aprire la porta, e appena posò gli occhi su di me, mi disse con cognizione di causa: «Mi spiace, Shay». Aveva l’aria stanca, ma non mi diede molte possibilità di soffermarmi sul suo aspetto perché mi strinse in un forte abbraccio. Paige aveva un modo tutto suo di darmi i migliori abbracci del mondo ogni volta che mi presentavo alla sua porta.

Non sapeva nemmeno di cosa dovesse dispiacersi, ma il mio arrivo inatteso prima di sera significava sempre che a casa mia c’era una guerra in corso.

Sorrisi con poca convinzione. «È tutto a posto».

«E no», disse con fermezza zio Kevin entrando nel soggiorno. «Non è tutto a posto».

Era bello sentir dire che non era tutto a posto.

Se solo la mia famiglia se ne fosse resa conto. Quella lotta continua mi mandava ai matti. Osservare Mima e papà scontrarsi di continuo mi stava davvero logorando. A volte sembrava che non stessero nemmeno litigando per qualcosa di importante. Se c’era un cucchiaio dentro il lavello, discutevano su chi lo aveva lasciato lì e, nel suo ruolo di pacificatrice, era mamma a prendersi la colpa. E questo provocava un’altra filippica di Mima su come mamma fosse permissiva e non facesse un gioco di squadra.

«È il tuo amore che gli impedisce di comportarsi come si deve», diceva Mima a mia madre. «Perché mai dovrebbe fare la cosa giusta se tu perdoni sempre tutti i suoi errori?».

Tante volte pensavo che Mima avesse ragione.

Tante volte pregavo che avesse torto.

Andare a casa di mia cugina era sempre rasserenante. Non sapevo se discutessero mai e, se lo facevano, probabilmente era sulla scelta del programma da vedere in televisione. Non avevo mai visto tre persone andare così d’accordo. La famiglia di Eleanor era praticamente perfetta. Erano le persone sorridenti che vedevi nella cornice al momento dell’acquisto, prima di metterci una foto reale.

L’immagine perfetta.

La mia famiglia era un episodio di un reality. Se entravi in casa, vedevi cosa succedeva quando le persone smettono di essere civili e diventano reali.

Andai in camera di Eleanor. Si era già impadronita del materassino gonfiabile, distesa a leggere un libro. Ogni volta che mi fermavo per la notte, protestavo perché lei mi cedeva il suo letto, sostenendo che dovessi dormire comoda.

«Stai già male. Perché deve star male anche la tua schiena?», mi diceva.

La stanza di Eleanor era tappezzata di libri fino al soffitto. C’erano decine e decine di romanzi stipati nelle mensole e, se fosse stata un’altra persona, avrei dato per certo che molti di quei libri non fossero stati nemmeno aperti. Ma, conoscendo mia cugina, probabilmente li avevi letti tutti anche più di una volta.

Mi lasciai cadere sul suo letto, dove aveva già preparato un pigiama per me. Mi lasciai sfuggire il sospiro più tragico nella storia dei sospiri.



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